Piacenza medioevale inizia da Piazza Cavalli, che sorge sull´area dell´antico campo marzio romano, il campo militare. Lo attesta l´iscrizione su pietra "haec est ara Bellonae" rinvenuta durante gli scavi delle fondamenta di Palazzo Comunale detto il "Gotico". Bellona era infatti, nella mitologia, sposa e sorella di Marte, dio reggitore degli eserciti. La mole del Gotico domina, dunque, lo spazio principe del centro cittadino.
Fu voluta nel 1281 da Alberto Scoto, capo dei mercanti e signore ghibellino della città, discendente da un cavaliere scozzese sceso a Piacenza al seguito di Carlomagno. Di stile lombardo ogivale, con la cornice ornata di archetti, la merlatura ghibellina a coda di rondine, la torretta centrale che racchiude il campanone e le due torrette laterali, è un insigne esempio di architettura civile medioevale, la cui limpida struttura si impone per qualità di proporzioni a molti palazzi consimili del Nord. Su un basamento marmoreo, aperto da una loggia gotica con archi a sesto acuto, si imposta il piano superiore, dalle forme romaniche, con archi a pieno centro traforati da snelle trifore. Il contrasto tra il marmo rosa del piano inferiore e il cotto decorato a motivi geometrici dei finestroni superiori crea un effetto di sorprendente eleganza. Sul lato corto, a tre arcate, da notare il rosone e la cornice a spioventi quasi a suggerire un influsso ecclesiastico. Si nota qui un prolungamento ribassato dell´edificio, rimasto interrotto. Una Madonna col Bambino, del sec. XIII, un tempo posta in una nicchia della facciata è ora conservata al Museo Civico, e sostituita da una copia. Il salone del Gotico (mt. 40 x 16) dal soffitto ligneo architravato e con decori pittorici è oggi restaurato e agibile.
A poca distanza è la chiesa di San Francesco. Costruita tra il 1278 e il 1363 per volontà del ghibellino Ubertino Landi, in stile gotico lombardo con facciata in cotto. Opera dei frati minori che volevano ampliare la primitiva chiesetta, venne trasformata, alla fine del ´700, in ospedale e magazzino. Dopo l´esilio di Napoleone, fu restituita ai religiosi e nel 1848 vi fu proclamata l´annessione di Piacenza al regno di Piemonte.